Nel Qixing Tanglangquan (boxe della mantide delle sette stelle) si tramandano da quattro generazioni i manuali (quanpu) scritti dal fondatore dello stile, il maestro Wang Yongchun. Essi raccolgono la teoria basilare delle arti marziali (etica, principi, norme di comportamento), i principi cardine dello stile Qixing Tanglangquan e con essi le caratteristiche di movimento, le chiavi interpretative, la teoria del combattimento e la spiegazione dettagliata delle singole tecniche. Sono compresi anche i testi con tutti i taolu e i loro movimenti, sia a mani nude che con armi.
Secondo quanto riportato negli stessi manuali, Wang Yongchun scrisse i suoi quanpu sulla base di un manuale antico lasciatogli dal suo maestro Li Zhijian, La vera trasmissione dell’eredità di Shaolin (少林衣钵真传), in quattro volumi. Questo testo, risalente all’XXVII anno dell’era Qianlong (1763), porta la firma del monaco daoista Sheng Xiao (colui che ascende alle nuvole).
La vera trasmissione dell’eredità di Shaolin del monaco daoista Sheng Xiao viene considerato un testo fondamentale per la genesi e l’evoluzione dello stile della mantide, poiché costituisce il nucleo più antico della teoria del Qixing Tanglangquan.
All’interno di questo testo si trova un capitolo intitolato Teoria generale dei sette lunghi e degli otto corti. Trattasi di una teoria estremamente importante per quanto riguarda la strategia di combattimento dello stile, che riassume in modo molto esaustivo sette metodi per la lunga distanza e otto metodi per la corta distanza durante il combattimento. Come suggerisce il GM° Lin Dongzhu, il quale a lungo ha esaminato i manuali antichi della scuola della mantide, tali metodi costituiscono un retaggio importantissimo dell’antica sapienza marziale di Shaolin conservata all’interno del Tanglangquan, un tesoro inestimabile per gli studi marziali cinesi.
Di seguito si riporta la traduzione del testo originale.
N.b. In questa sede verrà pubblicata soltanto una traduzione parziale dell’originale cinese. Il testo integrale, essendo materiale antico e riservato, è ad esclusivo uso interno dei discepoli e degli allievi europei del GM° Lin Dongzhu.
Prendere in alto e colpire in basso, colpire in alto e prendere in basso, ribaltare il carro dall’interno all’esterno. Il metodo del corpo deve essere vivace, le tecniche di mano veloci ed utili, alzarsi ed abbassarsi all’improvviso, le aperture e le chiusure non sono fisse. Non c’è prima e dopo tra il passo che si alza e la mano che entra, come il pugno esce il passo segue. I lunghi e i corti bloccano e assecondano, non v’è curvo che non abbia al suo interno il dritto, ed ogni dritto porta con sé un curvo. Questo è quello che si dice “corpo, mani e passi reciprocamente uniti”. Per questo i colpi corti utilizzano l’unione di mani e piedi come prima istanza (…) Seguire col passo e mani che invitano (…) Muovere il passo ed entrare con le mani (…) Entrambi i palmi avvolgono e afferrano (…) Pugni dritti in direzione del viso (…) Mani che torcono e palmi che frantumano (…) Girare il corpo ed entrare velocemente (…) Attraversare la schiena. Questi sono i sette lunghi. (…) La testa colpisce, i glutei colpiscono, (…) aderendo all’avversario occorre stare molto attenti ed utilizzare questi colpi correttamente. Delle braccia si utilizzano le spalle, il petto si utilizza stirandolo, le ginocchia si utilizzano sollevandole. Incollandosi all’avversario si afferra, aderendo al suo corpo si colpisce. Il movimento di piedi e mani deve essere impeccabile, solo così si possono utilizzare tali tecniche. Unendo questi ai due gomiti si hanno gli otto corti.
(traduzione di E. Tobia per LIN JINGSHAN EUROPE)
Nel testo originale ogni strategia è seguita dalla sua spiegazione e da una serie di esempi pratici, in modo da essere chiara e precisa nell’interpretazione. Ogni metodo analizza il possibile movimento dell’avversario e la corrispettiva azione del soggetto che difende (es. se l’avversario fa A io posso rispondere con B, C, D etc), oppure le varie strategie di “inganno” per portare l’azione a proprio vantaggio (es. se io compio A provoco nell’avversario la reazione B, C, D etc.). Il linguaggio di questo testo è estremamente vivido, in grado di portare il lettore ad una comprensione realistica dei metodi analizzati. Chiaramente, essendo l’arte fondata sui cambiamenti, i cosiddetti bianhua, (i manuali del Qixing Tanglangquan dedicano a questi un intera trattazione), tali strategie costituiscono soltanto uno spunto per il praticante, non pretendendo di essere assimilate come regole fisse.
Si legge nella prefazione a La vera trasmissione dell’eredità di Shaolin di Sheng Xiao
Le sue tecniche di mano sono estremamente abili, i suoi movimenti imprevedibili e ingegnosi, non v’è nulla che possa superare il pugno della mantide religiosa (…) Nello stile vi sono mille cambiamenti e diecimila trasformazioni, si riesce a vincere anche nelle situazioni più disperate
E. Tobia