Il Qixing Tanglangquan (Boxe della mantide religiosa delle sette stelle) è uno stile della Cina del Nord molto rispettato e stimato nell’ambiente marziale. Lo stile è famoso per i suoi movimenti fulminei e vigorosi, feroci e incessanti, nonché per la sua inconfondibile caratteristica nell’imitare l’atteggiamento e i movimenti della mantide.
Lo stile viene studiato solitamente per il suo particolare metodo di combattimento a mani nude, curando maggiormente l’allenamento dei taolu, dei principi e delle applicazioni marziali.
Oltre all’allenamento a mani nude, all’interno dello stile si conserva lo studio di alcune armi tradizionali, ognuna con spiccate caratteristiche e metodologie. Nella maggior parte dei lignaggi del Qixing Tanglangquan si tramandano tutt’oggi i metodi e i taolu di queste armi, di cui le principali e le più diffuse sono: il bastone Liuhe, la spada Qixing, la sciabola di Yan Qing, l’alabarda Chunqiu e la lancia Meihua.
Sebbene la maggior parte delle armi del Qixing Tanglangquan siano state mutuate nel tempo da stili e maestri diversi, vi è un’arma all’interno dello stile creata direttamente dal fondatore della scuola delle sette stelle, il maestro Wang Yunsheng (1828-1920), la quale viene conservata gelosamente all’interno del ramo più “ortodosso” dello stile come unica arma “di stile”: la Spada a due mani della scimmia bianca che rincorre il vento (Baiyuan zhuifeng shuanshou jian), anche conosciuta come “spada a due mani della nuvola bianca che rincorre il vento” (Baiyun zhuifeng shuanshou jian).

Il GM Lin Dongzhu esegue un movimento della spada a due mani
Questo tipo di spada non si insegna a tutti, le generazioni di maestri hanno tramandato con molta parsimonia e solo a pochi discepoli fidati l’utilizzo di quest’arma, per cui oggi è poco diffusa tra le scuole di Qixing Tanglangquan. A differenza del Meihua Tanglangquan (Boxe della mantide religiosa del fiore di prugno), dove l’utilizzo della spada a due mani non è così raro persino oggi, nel Qixing Tanglangquan i maestri che conoscono quest’arma si contano sulle dita di una mano.
La morfologia della spada a due mani non differisce molto da quella dalla spada classica (jian), se non per le dimensioni della lama e dell’impugnatura, di molto superiori alla normale spada dritta, e per il peso. L’intero corpo della spada a due mani può arrivare a raggiungere i 146 cm, per un peso complessivo di circa due chili. L’impugnatura costituisce un quarto dell’intero corpo, così risulta più facile maneggiarla, e può essere afferrata con una o con entrambe le mani, a seconda del movimento e della tecnica da compiere.
Anticamente quest’arma veniva chiamata “la spada del bandito”, a causa del suo aspetto minaccioso e dell’assenza del raffinato drappo in fondo all’impugnatura (jiansui) tipico della spada classica, da sempre simbolo dell’uomo di lettere. Difatti il drappo nella spada a due mani non consente agevolmente alcuni movimenti, risultando persino pericoloso per chi maneggia la spada.
Grazie alla minuziosa opera memorialistica di Wang Yunsheng, il quale, consapevole della durabilità della parola scritta, trascrisse l’intero sistema da lui creato all’interno dei Quanpu (manuali marziali) dello stile, possiamo conoscere i dettagli sulla genesi della Spada a due mani della scimmia bianca che rincorre il vento.
In base a quanto scritto nel memoriale dedicato a questa spada, sappiamo che i principi, le tecniche e il taolu furono creati nel XXII° anno dell’era di Guāngxù (1896), utilizzando le tecniche della Longxing jian (spada del drago) del generale Qī Jìguāng (1528-1588) insieme ad alcuni metodi di spada di epoca Song (960-1279) e alcune tecniche del Liuhegun (bastone delle sei armonie).
All’inizio del Jianpu (manuale di spada) l’autore Wang Yunsheng spiega l’origine della spada a due mani:
La Baiyuan zhui feng jian è stata sviluppata sulla base delle tecniche di spada della famiglia Qi. Durante la dinastia Ming il generale Qi Jiguang promosse lo studio dell’arte marziale tra le masse popolari, in modo che la gente comune avesse la possibilità di proteggere la propria famiglia e difendere il proprio paese contro gli attacchi dei pirati giapponesi. Alle tecniche ning (torcere), guo (arrotolare), zhuan (girare) e fan (ribaltare) di questo tipo di spada, ho aggiunto combinando insieme alcune tecniche del Liuhegun (bastone delle sei armonie) di Yan Wu di epoca Tang come chan (avvolgere), ming (mostrare), feng (sigillare) e zuoyou da jian (colpire e tagliare a sinistra e a destra), nonché i metodi di arrotolare le mani in successione per difendere a destra e a sinistra e sollevare e abbassare per nascondere il corpo di epoca Song. Con i principi di spada raccolti, prendendo spunto dalla storia della fanciulla di Nanlin e della Scimmia Bianca che rincorre il vento, ho creato la spada Baiyuan zhui feng jian dello stile della mantide religiosa delle sette stelle, toccando con i piedi il Tempio Celeste sopra il grande carro.Temendo che tutto questo possa perdersi per sempre e che il tempo possa obliare l’opera degli antichi, ho deciso di raccontarne l’origine, in modo che le generazioni future non dimentichino il passato.
Primo giorno del primo mese del XXX anno dell’era Guangxu (16 febbraio 1904)
Wang Yunsheng, scuola Kuidetang
I movimenti della spada a due mani sono semplici e realistici, leggeri e pesanti simultaneamente. L’interno e l’esterno sono una cosa sola, il duro e il morbido si scambiano a vicenda. Quando si incontra il duro, si deve essere morbidi; quando si incontra il morbido, si deve essere duri. Bisogna essere agili e mutevoli, chiudere ed espandere in modo semplice. Nel poema della spada a due mani si dice: “ingoiare e sputare con i passi, il corpo è come una rondine, quando l’avversario entra io lo sconfiggo con abilità e precisione.”
La spada comprende 24 parole chiave, attraverso le quali si possono sviluppare infinite tecniche e combinazioni. Come si ricorda nel poema i principi più importanti di questa spada sono: infilzare (ci), sfregare (cuo), tagliare (jian) e spostare (ge) agganciare (gou), percuotere (beng), sollevare (liao) e spaccare (pi), considerati l’essenza della spada stessa.
Il taolu della Spada a due mani della Scimmia Bianca che rincorre il vento consta di 68 movimenti in 6 linee. Questo è un taolu piuttosto lungo e faticoso, sia per la complessità dei movimenti, sia per la pesantezza dell’arma. Le tecniche utilizzano ogni parte della spada per difendere e colpire, attraverso un uso oculato del centro del corpo, il quale funge da motore di ogni movimento. Nell’esecuzione delle tecniche occorre muoversi con l’agilità di una rondine ed entrare con la ferocia di una tigre, usando simultaneamente il duro e il morbido, il pieno e il vuoto.
E. Tobia